LE NOSTRE ORIGINI

XVI

TRA MAGIA E SCIENZA

La Torino di metà Cinquecento vanta già una certa rilevanza negli studi alchemici. È luogo di incontro tra magia e ricerca scientifica, frequentato da illustri personaggi dell’epoca, tra i quali Re e i ben conosciuti Nostradamus e Paracelso.

XVII

ERBE E SPEZIE DA TUTTO IL MONDO

I vivaci commerci legati alla vita della corte reale, sin dal XVII secolo contribuiscono ad integrare la già ricca offerta d’ingredienti locali (i vigneti, in particolare di Moscato, si estendevano a perdita d’occhio, su tutta la regione) con raffinate spezie esotiche che, attraverso il Mar Mediterraneo, confluiscono in città dal vicino porto di Genova. Questo permette a cuochi di corte, alchimisti, farmacisti, liquoristi e distillatori di conoscerle e utilizzarle al meglio nella preparazione dei loro “capolavori”.

1563

TORINO, CAPITALE DEL LIQUORE

Il trasferimento della capitale da Chambery a Torino per volontà del Re Emanuele Filiberto di Savoia favorisce l’insediamento di speziali, confetturieri e distillatori nella contrada di Sant’Espedito (patrono dei commercianti), percorsa dai mercanti che per operare in città transitano dalla porta Segusina, pagando il dazio (tassa sulla circolazione delle merci).

1573

CONTRADA DORAGROSSA

Con l’appellativo “Dora Grossa” il popolo rinomina l’antica strada dedicata al Santo, divenuta nel frattempo il fulcro dell’arte liquoristica torinese, con la più alta concentrazione di produttori, commercianti e somministratori di alcolici e distillati di tutta l’Europa.

1583

ESENZIONE DALLE IMPOSTE

Re Carlo Emanuele di Savoia emana un editto che esenta dalle imposte le attività di produzione di liquori e distillati, incentivando fortemente l’insediamento dei maestri d’alambicco sul territorio e favorendo le attività di commercio.

1712

IL PREGIATO ROS SOLIS TORINESE

L’eccellenza produttiva torinese viene confermata da un importante testo francese. È il “Nouvelle instruction pour les confitures et les liqueurs” del Massialot che dedica un paragrafo ai Ros Solis (rugiada del sole) o “Rosolio de Turin”.

1739

MAESTRI D’ALAMBICCO

La maestria dei torinesi in questo campo viene ribadita dalla fondazione in città della prestigiosa Università degli Acquavitai e Confetturieri, che conferisce ai migliori studenti il titolo di “Maestro d’alambicco”. La sua nascita è preceduta dalla pubblicazione del manuale “Farmacopea Taurinensis”.

1800

L’ORA DEL VERMOUTH

All’inizio del nuovo secolo, Torino registra la presenza di ben 30 liquoristi, 42 distillatori, 21 produttori di vino, senza contare l’elevato numero di caffè, vinerie e taverne, nonostante i soli 70.000 abitanti. Per tutte le fasce sociali, dall’aristocrazia di corte al personale diplomatico, dai militari alla piccola borghesia, non mancano le occasioni per sorseggiare gli squisiti vermouth e liquori. 

L’ora del Vermouth segna un momento preciso della giornata, circa un’ora prima della cena, durante il quale torinesi e forestieri erano soliti degustare il vermouth accompagnato da piccoli piatti di specialità gastronomiche locali. 

 

La fama dei vermouth e dei liquori torinesi si diffonde a livello mondiale.

Tale patrimonio di conoscenze e tradizioni è stato custodito e si è tramandato negli anni, fino ad arrivare alla storia recente. Qui affondano le loro radici i valori, la filosofia produttiva e le ricette Doragrossa.